Mentre inizio una nuova serie con Ed Ink, a questo Cartoomics, l’8, 9 e 10 marzo uscirà il secondo numero di Planet Dead per Cronaca di Topolinia, la prima saga zombie ambientata in Italia, che il mondo ricordi. L’anteprima di Novegro ha fatto sold-out, ma il vero banco di prova di questo numero è quella che è diventata la più importante fiera del Nord Italia, appunto Cartoomics.
Dopo Genova, la storia si sposta a Milano, e qui gioco in casa. Per questo, giacché Stefano BZI Bonazzi ha fatto inziare la storia sui Navigli, mi sono divertito, dopo l’estabilishing shoot iniziale, a ritrarre Vicolo Lavandai, un posto caro a tutti i milanesi, ma poco conosciuto fuori dalle mura.
Anche in questo caso si gioca un po’ su chi siano al giorno d’oggi gli zombie. Io che sono nato e cresciuto a Milano, vedendo anche periodi tristi come quello delle bande armate o il boom dell’eroina nei primi anni 80, devo dire che la mia città non l’ho mai vista in tale spolvero, ma il boom della città non deve farci dimenticare dei problemi. La “polvere sotto il tappeto” in questo caso si chiama cocaina e ce ne sarebbe da parlare parecchio, in Planet Dead ci limitiamo a ricordarlo in una pagina.
Volendo fare una serie Zombie dopo tutto quello che c’è stato, non potevamo che dare un punto di vista differente, alcuni recensori come Momo’s Warp se ne sono accorti, Planet Dead è un fumetto differente sotto molti punti di vista. Intanto l’ambientazione ci permette di parlare di cose di cui conosciamo. La New York di Spider-man è più credibile più della Metropolis di Superman non solo perché si tratta di una vera città, ma perché gli sceneggiatori e i disegnatori vivevano proprio lì.
Per esempio quando Sara Vanzella si dirige verso Malpensa, ho ritratto la strada che ho fatto tante volte. E magari questo tratto non è propriamente così, ma l’insieme di corsie e cavalcavia c’è e il traffico è spesso scorrevole, mi sembra di aver reso l’impressione di questa esperienza, che è quello che cerco di fare quando disegno fumetti.
A me piace molto il fumetto impressionista, per cui cerco di non appesantire troppo le tavole perché vorrei che la narrazione fosse innanzitutto scorrevole. Sono convinto di aver disegnato questo numero meglio del precedente anche perché ho sperimentato una dimensione più piccola delle tavole, passando dall’A3 al 25×35 cm, cosa che ha migliorato il segno, che si “apriva” troppo nel numero precedente. Certe cose si vedono solo in stampa anche perché il tipo di carta (in questo caso patinata) aumenta il contrasto tra il bianco e i grigi perché riflette di più la luce rispetto a carte più opache (tipo Bonelli)
Ci sono cose che oggi, semplicemente a distanza di un paio di mesi da quando le ho fatte, disegnerei in un modo un po’ diverso, ma di acune vignette, come questa del cimitero, ne vado orgoglioso. Non è che sia la più dettagliata dell’albo, ma rende esattamente quello che volevo. Chi mi segue sa che non mi piace il fumetto iperdettagliato, c’è una differenza tra fumetto e illustrazione, per me viene prima la narrazione anche se quando si deve entrare nel dettaglio, non mi tiro indietro, anche perché da quando Carlo Peroni me lo rimproverò, curo sempre gli ambienti, e anche se c’è gente molto più brava di me, penso mi vengano benino.
Anche qui comunque ho curato soprattutto lo storytelling, cosa che mi riesce facile con la sceneggiatura di Stefano BZI che oltre a imbastire una storia di tutto rispetto quanto a complessità (senza peraltro appesantire minimamente la narrazione), ha una visione molto cinematografica ed è aperto a suggerimenti migliorativi per quello che può essere l’apporto del disegnatore, cioè visivo.
Ho curato molto la copertina, questa volta anche colorata da me, che prosegue sul retro della pubblicazione. In questo caso invece ho aumentato le dimensioni, in modo da dettagliare di più. Volendo potrei fare anch’io un fumetto tanto disegnato, ma sapete come la penso. Oltre al fatto che realizzare ogni pagina così e poi colorarla sarebbe impossibile restare nei tempi di pubblicazione. È una cosa che farò invece con un western, che uscirà a dicembre di quest’anno, soprattutto perché sarà a colori, quindi non a mezzatinta, in cui un simile dettaglio renderebbe ogni tavola ultrapesante. Ma di questo parleremo prossimamente.
Chiude l’albo il ricco backstage con pure la ricetta del Cocktail Zombie che si beve in una vignetta della storia. Esiste veramente e prima o poi ci faremo un evento sopra, Chi fequenta fumettisti sa che sono potenzialmente tutti degli etilisti e ogni scusa è buona per sbronzarsi. Se questo assaggio vi ha incuriosito, vi invito a venire a sfogliare l’albo dal vivo a Cartoomics, come sempre per chi compra i fumetti di Cronaca di Topolinia in fiera, compreso nel prezzo uno sketch con dedica sull’albo.