Quando nel 2015 ho ripreso a disegnare fumetti ho cominciato con due cose: le storie brevi di Francesco Manetti per Dime Web e Giganti d’Acciaio per Cagliostro E-press.

Giganti d’Acciaio
Se con Francesco ho avuto la massima libertà di interpretazione, con Cagliostro ho avuto per la prima volta a che fare con degli editor. Cioè qualcuno che supervisiona il tuo lavoro e ti dice di rifarlo come piace a lui. Sono due situazioni che combinate si compensano perfettamente per una reale crescita artistica.
Riguardando oggi la mia storia per Giganti, salvo giusto due o tre vignette. Visto il tema mi ero messo in testa di fare un manga realistico alla Urasawa, autore che mi piace moltissimo. Non avevo messo in conto che la ruggine degli 8 anni passati senza disegnare fosse così tanta. E che Urasawa fosse un autore che non avesse molto a che spartire con me. Paolo Buscaglino Strambio, uno dei supervisori, però mi disse che il mio tratto era comunque personale e sempre riconoscibile, così iniziai, forse per la prima volta, a ragionare in modo diverso.
Cosa sentivo davvero affine a me? Quest’anno ebbi una conversazione molto pregante con un mio personale mito del fumetto, Ivo Milazzo. Tra i vari consigli preziosi, mi disse di non stare troppo dietro alle richieste di stile degli editori, ma di esprimere soprattutto la mia personalità.
In questi ultimi due anni, ho effettivamente deciso di disegnare soprattutto le cose che piacevano a me, il che mi ha permesso di farmi notare proprio quando cercavano uno stile un po’ retrò per Alieni 1, ma per lo stesso motivo non sono stato selezionato da Cosmo, che pur apprezzando i disegni, volevano qualcosa di differente. Un po’ si vince un po’ si perde, non muore mica nessuno.

Alineni n.1 – Bugs Comics – matite di una vignetta.
Nel 2016, mentre lavoravo alla mia prima storia per Bugs Comics, Andrea Manfredini, mi segnalò per la realizzazione di una storia di 12 pagine per il volume ISE. Salgari, sempre di Cagliostro E-Press. Si trattava di una space opera, nei contenuti molto vicino al genere di Leiji Matsumoto. Questa volta feci la mia storia con una consapevolezza diversa. Pur con tante incespicature (Gli scorci dal basso li ho sempre odiati e infatti un paio mi vennero uno schifo) realizzai qualcosa di più personale. Non posso ancora definirlo un fumetto professionale, se non a tratti, ma era un deciso miglioramento. Fu un’esperienza che misi a frutto con “Invasione!”, la storia per Alieni n.1, la prima che considero veramente professionale, merito sia per la breve ma precisa supervisione di Giancarlo Caracuzzo, sia per il fatto che avevo cominciato a disegnare davvero tutti i giorni.

ISE.Salgari prima stagione – Cagliostro e-press – una vignetta
L’episodio di Salgari del 2016 è un grande miglioramento rispetto alla storia del 2015: alcune scene, come questa qui sopra, riguardandole a un anno di distanza le trovo ancora belle.
Quando quest’anno Andrea Manfredini, diventato nel frattempo il nuovo direttore di Cagliostro e-press, mi ha chiesto di disegnare una nuova storia per ISE. Salgari seconda stagione, ho accettato senza esitazione. Anche perché lavorare con i loro editor è sempre un interessante percorso di crescita.
Andrea però questa volta mi ha anche proposto anche di realizzare le 13 copertine dei singoli episodi!
Inizialmente pensavo di realizzare delle copertine che composte insieme diventassero un unico disegno. Bello, però… dài, già fatto mille volte! Poi mi è venuta l’idea. Quella nuova, che non avevo mai visto da nessuna parte.
Ho proposto che ogni copertina fosse un singolo frame di una animazione, che si potesse vedere montando le copertine tutte insieme. Con il “Passo 2”, lo standard dell’animazione televisiva con cui sono cresciuto, 13 fotogrammi costutituiscono esattamente un secondo. L’idea non fu capita subito da tutti, ma quando realizzai un pencil test per mostrare l’effetto cadde ogni resistenza.

Una mia vignetta di ISE. Salgari, stagione 2.
Ecco il risultato disegnato da me e colorato da Simone Daraghiati:
Si doveva trattare di una animazione spettacolare perché ogni singolo frame doveva essere anche una vera copertina. alcuni elementi avrebbero dovuto compiere movimenti con una certa profondità di campo.
Ecco la sequenza, rallentata per notare meglio i particolari e mandata in loop più volte:
Nella realizzazione, ho deciso per prima cosa la quantità di movimenti diversi contemporanei che dovevano avvenire: la parte destra sarabbe stata occupata da un personaggio significativo relativo all’episodio trattato.
dietro di lui lo spazio, che identifica immediatamente il genere, l’astronave che viene verso lo spettatore, compie una curva mostrando la fiancata a distanza ravvicinata poi si appresta a compiere un salto iperspaziale. Un altro elemento è un satellite artificiale che ruota lentamente, infine, sullo sfondo un pianeta che esplode.
Per l’astronave ho utilizzato un modello tridimensionale creato da Andrea Manfredini come riferimento per i disegnatori della serie. Con qualche iniziale difficoltà, visto che la mia esperienza è tutta di animazione tradizionale, sono riuscito a renderizzare i fotogrammi desiderati, che ho ridisegnato aggiustando le dimensioni sulle illustrazioni per visualizzare il movimento come l’avevo in mente.
Anche per il satellite che ruotava sono partito da un modello 3D, sempre realizzato dal buon Manfredini. L’animazione era semplice, una rotazione sull’asse, ma essendoci poca differenza tra un frame e l’altro e parecchi dettagli ho preferito usare il 3D per i riferimenti dello spostamento dei bracci incrociati, arragiando a occhio tutti i dettagli complicati. Ma la parte più incasinata da fare era il pianetino centrale sotto agli assi.
Sono partito da una serie di foto della rotazione di Marte, che ho solarizzato per semplificare le forme dei continenti immaginari da usare come riferimento, poi l’ho ricolorato, ho aggiunto il mare e una animazione delle nuvole. Peccato che quando tutta la base era pronta, ho scoperto che nel design del satellite artificiale, presente nella serie, tutto l’emisfero a nord è coperta da una calotta metallica, quindi il 90% del mio lavoro era stato inutile! Non solo: la rotazione originale l’avevo prevista su un asse di 45°, ma in questo modo si sarebbe presto vista solo la calotta metallica. Ho ruotato i frames del pianeta come vedete sopra, e rifatto le braccia metalliche per non buttare via il lavoro del pianeta, che era il più complicato. Per finire per tempo, mi ha dato una grande mano Simone, che ha provveduto a mappare una texture metallica su un modello di sfera 3D e ha provveduto a sincronizzare il suo lavoro con il mio.
Nell’esplosione del pianeta invece ho fatto tutto a mano senza alcun riferimento. Il pianeta ha un bagliore, poi esplode disintegrandosi in una nube mentre qulche frammento più grosso arriva da destra verso lo spettatore. Qui ho potuto divertirmi a sperimentare il tratteggio nell’animazione, visto che si trattava di pochi frames.
Per tutta l’animazione la camera è fissa, ma nell’ultimo frame, per enfatizzare il warp, comincia a seguire l’astronave lasciando indietro il pianeta che viene verso lo spettatore.
Il cambiamento dei personaggi frame per frame mi è stato ispirato dalla memoria di qualche vecchia sigla di programma televisivo, credo di Rai 3, ma potrebbe essere anche VideoMusic. Per rendere meno monotona la sequenza, ho variato leggermente le posizioni, in particolare nell’ottavo frame, cosa che crea un effetto dinamico. L’ultimo personaggio è un ologramma, un personaggio in wireframe. Siccome non uso abitualmente programmi 3D, anche questo è disegnato a mano. Il vantaggio di immagini di questo tipo, fredde e perfettamente simmetriche è che ne ho potuto disegnare solo una metà e poi specchiarla per ottenere la parte mancante. Ho fornito a Simone una immagine al tratto, che ha trasfomato in verde luminescente e aggiunto efficaci filtri.
Spero che tutto questo faccia da promozione al nuovo albo. Rispetto alla prima stagione è un grosso salto di qualità; hanno lavorato tutti molto duramente a questa serie. Anche il mio episodio, l’ottavo, è decisamente migliore come qualità rispetto a quello disegnato l’anno scorso. Ecco uno scorcio che funziona bene:
Ci sono in particolare diverse scene di macchine blindate che si inseguono e schiantano tra loro, che mi sono divertito parecchio a disegnare. Qui qualche esempio:
E se nel primo volume non mancavano autori acerbi, inevitabile visto lo scopo di Cagliosto che si propone come bottega-scuola sul campo per aiutare gli autori a rimettersi in pista o a cominciare a pubblicare, in questo volume c’è una svolta. Oltre a me anche altri sono migliorati in questo secondo albo e ci sono nuovi disegnatori veramente preparati. Sono convinto che sentirete parlare parecchio in futuro di più di un autore presente su questo volume.
A Lucca Comics & Games starò per la maggior parte del tempo nel padiglione del Giglio, presso lo stand CRONACA di TOPOLINIA, poi stesso padiglione a sketchare da BUGS COMICS, ma mi troverete anche alla presentazioni degli albi Sabato 4 novembre, dalle 16 circa, allo spazio Cagliostro, in Piazzetta dell’Arancio, vicino a via Filungo. Ci vediamo a Lucca!