La prima delle LAMINCARDS

Quella che vedete qui sotto è la prima Lamincards che è stata creata. Si tratta di un prototipo stampato da Maurizio Rasca della RG&C per conto della ditta Edibas di Torino alla fine del 1999. Il tipo di stampa su PVC che è stata perfezionata in quel processo ha poi reso possibile tutte le successive collezioni di Lamincards.

Rispetto alla card di produzione, che vedete qui sotto, la principale differenza si vede nel retro che era a colori. Inoltre sono diverse le font e il nome “Lamincards” non era ancora stato scelto in maniera definitiva, infatti è presente il primo nome: “Lamin Card“, con due parole staccare. Il fronte con Seiya (Pegasus) è rimasto identico. In realtà c’è un’altra differenza fondamentale che è uno dei segreti delle Lamincards, e che serve anche a distinguerle dai falsi che sono girati durante la collezione Dragon Ball Serie Oro.

Sul retro la quadricromia era stata sostituita da due colori pantone, un argento opaco e un blu. Questo permetteva di avere delle scritte più precise, ma soprattutto dei colori più vividi sul fronte. Come mai? Le Lamincards venivano stampate su PVC trasparente (dopo passammo al PET perché riciclabile) al contrario! In pratica sul foglio trasparente si stamavano i 4 colori in ordine invertito rispetto al solito, quindi prima il nero, poi giallo, magenta e ciano. questi colori sono trasparenti, per cui a quel punto si aggiungevano due passaggi di bianco coprente. A questo punto si dava un passaggio con il pantone argento opaco che impediva di vedere in trasparenza il retro e faceva rimbalzare la luce creando un minimo di retro illuminazione. A quel punto qui usammo un blu per mettere il numero della card e i credits, in seguito mettemmo un ulteriore passaggio di bianco, e altri 4 colori (in sequenza consueta) per fare i retri a colori.

Quanti prototipi esistono di questi prototipi di Lamincards? Che io sappia di sopravvissuta c’è solo la mia, ma, venendo stampate su un foglio più grande per essere fustellato, secondo i miei calcoli dovrebbero esserne uscite altre 80. Che vennero poi tutte buttate, ma è possibile che, come ne ho tenuta una io per ricordo, qualcun altro lo abbiano fatto. Qui siamo nel campo delle ipotesi però considernado le persone coinvolte e il fatto che nessuno all’epoca aveva idea di che cosa sarebbero diventate, potrebbero stare sulle dita di una mano, ammesso che siano poi sopravvissute a tutti questi anni.

Un’ultima particolarità: le Lamincards non sono nate nel piccolo studio di viale Ponte Seveso dove sono state create quasi tutte le collezioni: realizzai gli artwork delle prime collezioni quando ero socio di una azienda che si chiamava BrainStorming s.r.l, che stava proprio di fronte all’attuale WOW, il museo dei fumetti di Milano.

Calcio alla giapponese

Ho realizzato la mia ultima collezione di Lamincards alla fine del 2011, uscita poi l’anno successivo, al di là dei fumetti che ho ripreso l’anno scorso, da allora mi sono occupato di Loyalty programs, spesso con collezionabili  (cards, stickers, piccoli 3D) Back to School per la Francia, Belgio e Romania su licenze Dreamworks, Peyo (i Puffi), Nickelodeon, Ubisoft.

Collector Madagascar 3 con Stickers-card e Chips - Luciano Costarelli

Collector Madagascar 3 con Stickers-card e Chips per la Francia, curata da me.

Nel frattempo Edibas, la società che ha allietato i pomeriggi di tanti bambini e svuotato i portafogli di tanti genitori negli anni 2000 è fallita. Cose che capitano. C’è stato un periodo in cui erano diventate tanto popolari da finire sulla nonciclopedia. In quel periodo non potevi passare per una via nei pressi di una scuola senza trovare per terra delle bustine vuote di Lamincards. Le bustine, tra l’altro avevano anche un loro valore, perché spedendone 10 partecipavano all’estrazione di ricchi premi. Promosfera, una agenzia che avevamo ingaggiato per i nostri concorsi mettendo in palio Playstation, Wii, Nintendo DS e altre cose belle di questo genere, dovette affittare uno spazio per  perché ogni giorno riceveva un sacco enorme dalle Poste, tipo i Beatles quando portavano i capelli a caschetto e la cravatta stretta.

Lamincards Luciano Costarelli

Fan in delirio durante l’uscita della nuova serie di Lamincards di Dragon Ball Z

Bòn, passato quel periodo (delle Lamincards, non dei Beatles),  tra i vari cartoni che giravano in TV assorbendo ore ai miei figli e mezz’or a me, ce n’è stato uno in particolare che mi ha sempre strappato un sorriso: Inazuma Eleven.

Inazuma Eleven Luciano Costarelli

Prototipo Multi-cardz di Inazuma Eleven, poi eliminata dalla produzione

Nato da una serie di videogiochi per piattaforma Nintendo e con il manga pubblicato sulla rivista giapponese Coro Coro (che ha ospitato Pokémon, Beyblade, e ogni successo toy-oriented dagli anni 90 ad oggi) si caratterizza per un livello medio-alto di animazione e una percentuale di idee stravaganti pure superiore a serie con consupercattivi che vogliono conquistare il mondo con delle trottole di plastica o con delle carte (non di credito).

Inazuma Eleven Luciano Costarelli

Altra card poi non prodotta: Quella cattivona di Beta, uno dei miei personaggi preferiti (l’immagine non le rende giustizia, se non per il tiro assurdo).

Potremmo dire che si tratta di un cartone sul calcio, ma questo sport è solo il punto di partenza di una delle più grandi giapponesate degli ultimi anni. Inazuma Eleven è talmente eccessivo da far sembrare una finale di Holly e Benji, una “scapoli contro ammogliati” della Sipral srl di Bagnolo Cremasco e la Catapulta Infernale dei gemelli Derrick un banale esercizio di riscaldamento.

holly-e-benjy1Con Holly e Benji, scatta subito l’effetto nostalgia, eh? Però quasi tutti si dimenticano del precursore: “Arrivano i Superboys” (Doveva essere Soccerboys, ma poi han fatto casino come al solito) con quella simpaticissima sigla con gli stacchetti in cokney.

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Forse perché i giocatori invece di bimbetti carini (con qualche eccezione)  erano dei brutti adolescenti con sopracciglia pelose, tra cui uno, tale Yamagata, con una mascella  che dava dei punti a Boss di Mazinga Z. Non parliamo dei colori cupi e desaturati che trasmettevano tristezza in ogni pennellata. Poi non è che ci fossero grandi effetti, qualche palla che si piantava per aria prima di entrare in porta, due che colpiscono insieme la palla senza manco un fulmine o una fiammata…anche se hanno avuto loro l’idea di farli giocare con una palla sgonfia che si deforma. Comunque quel tamarro di Shingo Tamai si limitava al massimo a “tirare alla sottomarina” dando alla palla giusto un po’ di effetto, qui in Inazuma Eleven, due generazioni di calcio giapponese dopo, ci sono tiri come il “Pinguino imperatore n.7” in cui la palla viene accompagnata in porta da 7 pinguini di diversi colori, evocati dal nulla, che lasciano scie energetiche multicolor!

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Il che potrebbe essere una roba sconvolgente se i portieri non evocassero manone giganti, dita che escono dal terreno o muraglie cinesi. Benji, vatti a nascondere tu e il tuo berretto W Genzo!

Inazuma Eleven Luciano CostarelliPrima di Inazuma quando un giocatore molto forte e molto figo come Mark Lenders faceva un tiro alla Totti, dietro di lui metaforiche fiamme ardevano scintillanti (e un po’ Totti se la menava di non riuscire a farle pure lui col “cucchiaio”).

Lenticolare Inazuma Eleven Luciano Costarelli

Quel figo di Victor Blade, questa card è stata approvata e trasformata in 3D lenticolare.

Qui si va molto oltre: lo spirito guerriero si manifesta fisicamente, visto che è una entità spirituale, e come se non bastasse più in là nella serie, al giocatore gli presta pure l’armatura. Che se, quando giochi contro la Novatese nel campetto di Bollate, ti metti a addosso una armatura da 40 chili, dopo 15 minuti non hai più fiato e realizzi che pure Filini nel secondo tragico Fantozzi, corre più veloce di te. In Inazuma invece diventi fighissimo e acquisti nuovi superpoteri, tipo i Cavalieri dello Zodiaco

Inazuma Eleven Go - Luciano Costarelli

Arion Sherwind in versione Armored Fighting Spirit

E se questo vi sembra allucinante, pensate che, grazie ad un orsetto androide che spara con due pistole (forse  caricate a LSD), i giocatori fanno una fusione con personaggi famosi del passato tipo Giovanna d’arco. Il fatto che questo processo si chiami Mix-Max Trans, e che sia un giocatore di nome Gabriel Garcia a fare la fusion con Giovanna d’Arco è stata origine di infinite discussioni sulle fan pages di Inazuma e di appassionate di Yaoi.

Inazuma Eleven Go - Luciano Costarelli

Gabriel Garcia fuso con Giovanna D’Arco

Io non mi stupisco più di niente se non del fatto che la Pulzella d’Orléans in questo cartone porti gli occhiali. Nonostante questa vena di follia, che più che una vena è proprio un’arteria femorale, in Inazuma vengono inaspettatamente trattati in modo interessante alcuni temi come la corruzione nel mondo del calcio e le partite truccate. In comune con lo sport più amato dagli italiani, oltre a queste due cose, in Inazuma rimane la porta, la palla (più o meno) e il fatto che bisogna segnare. Tutto il resto è fantasia senza freni.

Inazuma Eleven Go - Luciano Costarelli Goldie Lemmon

Goldie Lemmon, bimba pestifera che gioca in armatura in una squadra maschile ed è protagonista di un paradosso temporale tipo Trunks del futuro – Saga degli androidi.

Pure io in passato ho disegnato fumetti di calcio, prima per Edizioni Eden (inchiostri, in realtà) poi per Forte Editore. E pure io ho disegnato cose per cui il dio del Calcio non mi farebbe entrare in Paradiso.

Fumetto calcio di Luciano Costarelli

Inter Squadra mia, una delle mie deliranti storie del 1993.

Avevo da contratto un numero minimo di pagine da dedicare ai giocatori del Milan o dell’Inter a seconda della testata, a cui inserivo storie con protagonisti dei ragazzi, tipo “la banda dei 5″. In teoria i personaggi dovevano cambiare ogni volta, ma settimana dopo settimana, iniziavano ad incontrarsi e incrociarsi le loro vicende. Trovavo sempre nuovi stratagemmi per raccontare di tutto. Un ragazzo che vuole scrivere storie di fantascienza, mi permise di disegnare San Siro in una Milano semi-sommersa nel futuro (che poi sarebbe tra 7 anni). Mi sarebbe piaciuto proseguire per sempre a raccontare le vicende di questi ragazzi, ma credo che l’editore abbia sopportato fin troppo le mie bizzarrie. Certo che avere due settimanali da 24 pagine consegnati sempre in perfetto orario, era comunque un buon contraltare per delle storie poco ortodosse.

Fumetto di Luciano Costarelli

Storia del ’93 in cui introducevo forzatamente dei nuovi personaggi, ripescati da una mia precedente pubblicazione sullo Skateboarding.

Se per l’Inter erano storie autoconclusive in cui ogni tanto ritornavano dei personaggi sul Milan andavo oltre. Coadiuvato dalle splendide matite di mia moglie e dai danni che potevano fare le nostre menti quando lavoravano insieme, avevamo trasformato il fumetto Milan Squadra Mia, in una commedy con protagonisti i personaggi di Beverly Hills 90210. Italianizzati nei nomi, ma sempre loro erano. Nel 1993 era tanta roba!

Milan Squadra Mia Anya Pascale

Milan Squadra Mia, fumetti disegnati in coppia con Anya Pascale

Adesso che il dio del Calcio si era dimenticato di me, ho deciso di irritarlo nuovamente. Esc srl mi ha contattato per realizzare le Multi-cardz di Inazuma Eleven ho accettato con entusiasmo e ho fatto una collezione di cards come non se ne vedevano da tempo.

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Altro che quelle cazzate uscite negli ultimi tempi, minestrine riscaldate dei tempi che furono, effetti speciali messi senza sapere perché. Ci ho messo la stessa grinta ed Energia di Dragon Ball Z serie oro! Fulmini! Lampi di luce! Sfondi ad acrilico! Grafica cazzuta ed armonia dei colori.

Multi-cardz Luciano CostarelliIn ogni bustina trovate 3 card e mezzo campo di gioco. Gioco inventato da me, facile e veloce, collezione semplice da finire visto che la prima serie sono solo 60 card. In ogni bustina trovate 3 card, che possono essere trasparenti, KristallStick (quelle di Ferrero Animal Action) e lenticolari 3D. Poi una scheda con le info sul giocatore, ma quella è di contorno.

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Se pensate che tutto sto pezzo su Inazuma sia una enorme paraculata per promuovere le cards che ho fatto… Beh avete ragione! Però, ammettetelo: oltre alla sfacciata promozione,  vi ho regalato come sempre qualche spaccato simpatico della mia bizzarra vita editoriale condita da un pizzico di nostalgia nerd. Poi, se questa prima collezione Inazuma Eleven Go avrà successo, pian piano questa nuova realtà editoriale crescerà e riporterà in edicola di nuovo delle belle card made in Italy… Dei tuoi eroi preferiti!

Il cuore delle carte

Parte 1.

Nel 1998 avevo comincato a collaborare con Edibas preparando calendari e Poster. Da un mio viaggio in Giappone avevo portato a casa delle cart plastificate che erano state lo spunto per la creazione delle Lamincards, alla fine del 1999.

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Infatti l’idea inizale era quello di stampare delle semplici card da collezione (allora molto popolari nelle fiere) e plastificarle, ma i costi industriali non erano sostenibili. Si arrivò così per vari studi a quello che fu il più grande successo dell’azienda: le card trasparenti.

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Il mio primo approccio alle card fu quella della semplice collezione. La prima, “I Cavalieri dello Zodiaco” su licenza Yamato, era costituita da una serie di belle immagini e non erano giocabili.

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Lamincards Cavalieri dello Zodiaco, 2000

Anche le collezioni di Pokémon non erano, per ovvi motivi, giocabili, ma qui feci un lavoro di classificazione che permettesse ai collezionisti di avere le caratteristiche dei loro Pokémon. Non fu così facile come si possa pensare, perché Wikipedia all’epoca non si occupava di queste cose. Partendo da un piccolo manuale che avevo preso in USA (ma con solo i primi 150), cercavo i dati mancanti su più fonti,  spesso discordanti tra loro. Alla fine mandavamo delle tabelle alla Pokémon Company, dove la solita impiegata di basso rango gestiva la seccatura di questi italiani che facevano delle card di testa loro.

Lamincards Pokémon

Nell’estate del 2000 ero negli Stati Uniti e andai al Comicon di San Diego apposta per incontrare Rumiko Takahashi, a cui donai un grande mazzo di rose bianche del Texas.

Luciano Costarelli meets Rumiko Takahashi

Io con di spalle con polo verde acqua mentre consegno le rose alla divina Rumiko Takahashi che si innamora di me all’istante ;P

Approfittai del viaggio per comprare Pokémon giallo, che da noi non era ancora uscito. Quando mesi dopo iniziai a preparare le collezioni, cominciai a giocarci anche sui mezzi pubblici, incurante del fatto che in quegli anni nessun adulto giocasse ai Pokémon, o meglio, non in pubblico. Ma, secondo me, se non riesci ad entrare in sintonia con la licenza, il tuo prodotto non piacerà facilmente agli appassionati e non venderà bene.

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Invece le lamincards dei Pokémon vendevano da Dio! Dopo l’Italia le facemmo per la Spagna, con l’amico Joaquín Solano di Mundicromo, poi Francia, inghilterra, anche Germania. Ogni serie vendeva più della precedente.

(Parte di un video di Ossiél&Sora, su Youtube il video completo)

Vendevano così bene che se ne accorsero anche alla Topps. Nei Paesi dove erano distribuite , le vendite delle loro tradingcards avevano dei cali. Non intaccavamo i giocatori abituali, ma i più piccoli preferivano collezionare le nostre card perché erano belle. Il risultato fu la comunicazione che  non ci avrebbero rinnovato la licenza perché le Lamincards intaccavano il core business di un loro partner importante.

Raccoglitore Lamincards PokemonIntanto un competitor nostrano ci aveva soffiato con spregiudicatezza il mercato della card del Wrestling stampandole  prima di avere l’approvazione, uscendo con immagini in bassa risoluzione e il watermark WWE. In pratica quando compravi la licenza ti davano immagini in bassa con un bel watermark sopra, solo una volta approvati gli artwork ricevevi le immagini in alta e potevi stamparle. Come facevamo noi e come facevano tutti…o quasi.

prima collezione di Lamincards WWE

prima collezione di Lamincards del Wrestling WWE

Per la legge dei profitti, non gli ritirarono la licenza perché vendevano qualcosa come 10 milioni di bustine. Stamparono le nuove card con le immagini approvate e tutti furono contenti, tranne noi che eravano stati corretti e avevamo stampato solo dopo l’approvazione. Arrivando per secondi ne vendemmo un decimo. L’unica soddisfazione, un sito americano di collezionisti, definì le nostre, “le più belle card del Wrestling mai prodotte”. Sono cose che non si dimenticano.

Lamincard WWE

Ma l’amarezza per la perdita della licenza Pokémon che non sarebbe proseguita e il tiro del nostro competitor avevano fiaccato il morale non poco. A quanto pare la notte è sempre più buia prima dell’alba, e quell’alba stava arrivando a bordo di una nuvola dorata!

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(continua…)