
Ci ho messo un po’ per riprendermi, per passare da quella dimensione fiabesca di sospensione della realtà che si vive durante i giorni della fiera del fumetto di Lucca. Che per chi non lo sapesse è la seconda al mondo dopo il Comiket di Tokyo e prima del Comicon di San Diego. Se poi si considera che il Comiket è una fiera che promuove il fumetto Amatoriale, non le case editrici mainstream, potremmo forse dire che è la prima al mondo. BOOOOM!
50 anni, Walter White dopo quel fatidico compleanno ha stravolto la sua vita e quella di chi gli stava intorno, e anche di buona parte del New Mexico.
50 anni di Lucca possono essere per me una tappa importante, spero alla fine con risvolti meno drammatici. Tutto è successo in due punti: l’Area Pro e il Padiglione del Giglio.

Come funziona l’Area Pro di Lucca? Tu lasci insieme a circa altri 60-70 sciagurati come te un fascicoletto con i tuoi disegni stampati, diretti agli editor delle case editrici di cui vuoi farti visionare il portfolio. Se interessa quello che fai ti chiamano per la visione del portfolio, e lì te la giochi.

L’anno scorso ho lasciato una decina di fascicolietti e non mi ha chiamato per il colloquio nessuno. Zero. È stata una bella botta, ma da lì ho capito che stavo sbagliando il mio approccio al fumetto.

Una mia vignetta da Alieni n.1
Quest’anno ho preparato un portfolio molto mirato, con solo lavori fatti negli ultimi 12 mesi. Ho puntato a cinque editor. Due non mi hanno voluto, ovvero Hazard, che evidentemente cercava uno stile diverso e la Marvel, ma solo perché sono in ritardo di 50 anni come stile. Fossimo a Lucca 1, nel 1966, mi avrebbero accolto a braccia aperte e adesso starei a sorbirmi i sigari puzzolenti del Re, mentre sgommo le tavole di Don Heck. Altri tre invece mi hanno visionato il portfolio e sono stati solo complimenti. So che me li avrebbe fatti anche il Re, anche se per altre cose.

“Sei veramente bravo a sgommare, ragazzo. Se continui così l’anno prossimo ti facciamo riempire i neri”
Cosa è cambiato? Ho identificato uno stile che mi apparteneva, che sentivo pienamente affine a me e mi sono impegnato a migliorare il più possibile, seguendo quella strada, senza cercare di imitare tanti autori diversi per adattarmi alle mode del momento.

Queste ultime tavole sono mie. È uno stile vecchio di 50 anni, ma con elementi moderni. È mio e di nessun altro. Ci puoi trovare tanti autori: Romita, Kirby, Wood, ma è una cosa che oggi non si vede tanto in giro. E anche se ho ancora parecchio da migliorare, mi viene bene perché lo sento completamente mio.

L’altro punto importante è stato il padiglione degli editori del Giglio. Nello specifico Bugs Comics. Alieni ha debuttato con successo! La variant con la copertina bianca è andata sold-out a metà del terzo giorno e c’era gente tutto il tempo a comprare Mostri e Alieni. Al di là del successo di vendite, è proprio un bell’albo.

La splendida copertina di Andrea Olimpieri
Cartinato, stampato da Dio, con una percentuale di riduzione che enfatizza i disegni, e orgogliosamente posso dire che lì dentro c’è la cosa migliore che abbia disegnato. Ma oltre a tutto questo, quello che nessuno poteva ignorare era lo spirito di gruppo che si respirava allo stand. Un po’ ero io l’alieno: altra città, altra età, eppure zero problemi a inserirmi.
Sarà che non ho problemi a fare i complimenti a chi è più bravo di me a prescindere da quanti anni abbia, sarà che sta storia della competitività tra disegnatori attecchisce quando invece di una squadra c’è una serie di individui, sarà che se questo nuovo gruppo editoriale lo amano tutti, ci sarà pure un motivo.
4 ore al giorno a fare disegni per i lettori, dopo un po’ ci ho preso la mano ma i primi che ho fatto facevano un po’ cagare, scusate lettori, ma disegno sull’albo è un po’ diverso di preparare a matita la tavola, sistemarla, riprenderla e inchiostrarla, qui è buona la prima o poco più. Comunque tutti ci mettevano l’anima a fare dei bei disegni per i lettori, non semplici schizzi tirati via in fretta.
Cosa succederà poi? Stamattina, dopo quasi una settimana di pausa, ho ricominciato ad alzarmi alle 5 per disegnare. Indipendentemente da come proseguirà la mia vita e quello che farò per vivere, penso che questa cosa non cambierà. Ah, un mio ex studente mi ha recuperato un camper.


Non è che sia proprio contento di tutte le tavole; ma comunque, nel periodo in cui l’ho disegnato, ho dato il massimo. Molte cose le farei meglio oggi e non sono mai stato soddisfatto del tutto di come ho disegnato l’orsetto. La difficoltà era renderlo espressivo senza perdere troppo di vista il realismo. Mica mi chiamo Milazzo… Un orsetto poi mai l’avevo mai disegnato. fosse stato un 

Da fine ottobre 2015, ogni mese pubblico su
Quando ho iniziato a ridisegnare delle storie vecchie di 25 anni, non pensavo a quello che sarebbe successo poi. Francesco Manetti ha ricominciato a sceneggiare delle nuove storie brevi che sono pubblicare ogni fine mese su 








Dopo aver partecipato ad una selezione, ho cominciato a disegnare “Giganti d’acciaio” con molto entusiasmo ma con grande difficoltà. Bene invece con il ripasso a china: riprendere in mano il pennino era come ricominciare ad andare in bicicletta dopo tanto tempo. Ci vuole poco per riprendere.



Quindi il mio impegno è quello di disegnare ogni storia meglio della precedente.


















