Aspettando la sceneggiatura di Cagliostro, sto portando avanti il mio primo web comic. Volendo fare le cose per bene, sto procedendo prima con le matite. Solo quando avrò terminato il primo gruppo le inchiostrerò.
Mi sono accorto però di aver dimenticato una cosa fondamentale: lo studio dei personaggi, o Character design. Che è una cosa che ho fatto parecchio quando ho iniziato a disegnare fumetti e da un certo momento in poi ho sempre cercato di evitare.
Perché? Per due motivi: primo non vedevo l’ora di disegnare i personaggi nelle vignette, Scrivendomi spesso le storie, i miei personaggi hanno avevano bisogno di un po’ di scene prima di trovare la loro fisionomia. Accade in quasi tutti i fumetti e manga, basta guardare nelle serie un po’ lunghe come il personaggio come viene disegnato all’inizio e dopo diversi numeri. L’altro motivo è che per la maggior parte degli editori con cui ho lavorato non era necessario, visto che si trattava di storie autoconclusive. Questi eventuali studi non erano pagati e portavano via tempo alla realizzazione delle tavole. Dovendo campare con il mio lavoro, tendevo ad evitarli, a sottovalutarne l’utilità e a vederli come qualcosa di fastidioso.
Il mio era un approccio sbagliato, perché il chardes è molto importante. Guardando alcuni dei fumetti disegnati da me che odio di più, mi accorgo che i personaggi cambiano di fisionomia da una vignetta all’altra. Disegnando molte tavole in poco tempo, senza un chardes ben strutturato a cui far riferimento, si tende a dimenticare quali sono gli elementi da tenere presente nelle diverse viste e posizioni. Inoltre gli studi permettono di capire meglio come disegnare un personaggio, se un naso funzione, va fatto più piccolo, più grande o semplicemente diverso.
Lo studio qui sopra, insieme ai successivi, non servì a molto, visto che poi il personaggio l’ho disegnato in modo molto diverso, ma comunque contribuì a farmi vincere una gara. Insomma, prima di andare avanti con le matite, mi fermo a pensare i personaggi, come sono fatti, come si vedono nelle varie viste, proprio come si fa nei cartoni animati. Comincio qui sotto con la strega Doralice che ha ben due aspetti. Questo è quello più mite, che usa per mimetizzarsi e per ingannare i suoi persecutori.